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al testo di Davide Stocovaz
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Capita, spesso, di risentire la tua voce nella brezza che sussurra tra gli alberi nei sospiri della notte più buia. Capita, spesso, di rivedere i tuoi occhi nei riflessi del sole tra le onde del mare nel chiarore della luna che rischiara la città. Sei in ogni luogo al di fuori di me. Sei in ogni meandro di me stesso. Il tempo che scivola via non conta nulla. La distanza che ci separa non è importante. Ti porto dentro perché non riesco a lasciarti andare. E scrivo di te, di noi lontani perché la mia anima ha bisogno di farlo. Forse, non avrei dovuto dirti “ti amo”, ma come poterlo non fare? Come riuscire a non innamorarsi di te? Adesso sei come spettro che mi perseguita di minuto in minuto mentre continuo a sognare un tuo bacio. E mi agito, ho paura di non rivederti mai più. Oh, se solo potesse capitare! Quanto vasta sarebbe la mia gioia! E così profondo l’oblio quando te ne andresti. Ma no, anima, placati! Tu non passerai domani. Ti ho amata. Ti ho perduta. |
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